Codici Carolingi

A volte è difficile trovare qualcosa da raccontare su Giuseppe per avere la scusa di pubblicare uno dei suoi file, e questa settimana lo è stato particolarmente, nonostante abbia pensato a lui ancora più spesso del solito.

Ho provato ad interrogarmi, allora, sul motivo per cui avevo scelto il file di questa settimana, e mi sono venuti in mente l'entusiasmo, la luce nei suoi occhi quando raccontava al me bambino la perizia dei miniatori.

Ho trovato pertanto un fil conduttore con il post della settimana passata: il ricordo mi ha convinto ulteriormente che il vero piacere dell'arte per mio padre era il gesto tecnico, la perizia con cui l'artista con "pochi" segni o pennellate creava un'opera in grado di emozionare o di suscitare una reazione intellettuale.

E questo piacere era per lui indipendente dal soggetto, amava un Kandinski come un Sebastiano del Piombo, un "mobile" di Calder come una statua di Michelangelo.

E in un altro ricordo che ho di lui trovo la conferma della mia teoria: una volta ci recammo a Milano per ammirare la pietà Rondanini, di cui avevano scoperto i frammenti della versione originale. Ricordo mio padre rievocare con emozione l'idea di un Michelangelo ormai ottantenne che, da bravo neoplatonico, insoddisfatto della statua, la spaccava e ne riscolpiva parte (rimasta poi incompiuta) per adeguarla all'idea che ne aveva.

Il racconto era stato talmente infervorato, che mi amozionai a mia volta. 

 

Codici carolingi 

 

Per quello che riguarda le immagini nei file assemblati da Giuseppe Bonenti, il copyright è degli aventi diritto.

Questo blog ha come unico motivo della propria esistenza onorare la memoria e la passione di mio padre e non sarà  mai per me fonte di lucro. Chi riconoscesse immagini (o scritti) di cui è detentore del copyright mi contatti in privato, sarò lieto di modificare il post riconoscendo l'attribuzione.

 

 

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