Di tutto un po' - parte 2



Nel post di oggi due scritti più brevi, in cui Giuseppe cercava relazioni stilistiche comuni tra pittori o scultori di estrazione magari differente ma caratterizzati dall'aver vissuto nel medesimo periodo di tempo: il primo, brevissimo ma sempre ricco di illustrazioni, riguarda un misterioso pittore di cui poco si sa, chiamato Almanach; il secondo riguarda l'altare del duca Ratchis di Cividale del Friuli. 

Verso la fine di questo secondo scritto papà si pone (e pone a chi lo leggerà) delle implicite  domande riguardo a sculture stilisticamente analoghe conservate a Torino nel museo Diocesano e ritrovate nell'antica chiesa di Pozzo Strada e a Vinovo. Io qui provo a dare una mia piccola e assai umile spiegazione, che purtroppo non ho avuto occasione di condividere con mio padre: dal 578 al 699 la chiesa Cattolica Niceana andò incontro a uno scisma (il cosiddetto "Scisma dei tre capitoli"). I tricapitolini rifiutavano le conclusioni del secondo concilio di Costantinopoli con il quale su impulso dell'imperatore Giustiniano si cercava di armonizzare il credo Niceano (preponderante in Occidente) con il monofisismo che andava per la maggiore in Oriente, bollando come eretiche le conclusioni di tre teologi: il patriarcato di Aquileia il riferimento religioso del Friuli fino ad allora, si scisse a sua volta e il processo si concluse con la creazione di due nuove sedi episcopali, ovvero Grado, fedele alla Chiesa imperiale bizantina e al papato di Roma,  che pertanto riconosceva il concilio di Costantinopoli, e, appunto, Cividale facente parte del ducato Longobardo del Friuli; tra la fine del VI secolo e l'inizio del VII secolo i Longobardi, fino a quel momento per la maggior parte di confessione Ariana, con qualche residuo di paganesimo, si convertono al Cattolicesimo grazie all'azione della regina Teodolinda, la quale però era di confessione tricapitolina: conseguentemente l'entroterra friulano, dominato dai Longobardi stessi, sarà per quasi un secolo tricapitolino.

Questa vicenda a mio parere risponde alle questioni sollevate da Giuseppe nel suo piccolo scritto riguardo all'influenza bizantina nella scultura longobarda e alle analogie stilistiche tra i bassorilievi dell'altare di Ratchis e le opere conservate al Museo Diocesano di Torino (città che al pari di Cividale era Ducato longobardo): evidentemente molti artisti si formano nell'ambiente originariamente bizantino friulano, poi migrano in altri ducati longobardi portando le loro influenze stilistiche anche a parecchie centinaia di chilometri di distanza.

Chi volesse approfondire può leggere quiqui e qui.

Per questi due scritti di mio padre il copyright © delle immagini è degli aventi diritto mentre i testi sono © degli eredi di Giuseppe Bonenti e vengono rilasciati con licenza CC BY-NC-SA 4.0


Almanach

Altare Ratchis 

 

Il terzo scritto che pubblico oggi, pare essere un riassunto (ovviamente corredato da illustrazioni) degli atti di un convegno riguardante Ambrogio Figino, pittore attivo alla corte di Carlo Emanuele I di Savoia.  

Trattandosi di un riassunto o di una trascrizione il copyright © dei testi è degli aventi diritto e lo pubblico solo come omaggio alla passione per l'arte di mio padre senza alcuno scopo di lucro in quanto il fine unico di questo blog è perpetuare la memoria di Giuseppe Bonenti.


Ambrogio Figino

 

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