Arte figurativa contemporanea 07
Domani per me è l'anniversario della mia laurea, avvenuta un martedì di 32 anni fa.
Si tratta, come facilmente intuibile, della prima volta in cui lo festeggio senza papà: lui è stato il mio esempio nella scelta di fare medicina, racconto sempre che la decisione la presi intorno ai 10 anni, ero stato buono e mia mamma acconsentì a comprarmi un giocattolo al mercato. Io volli un set di finte attrezzature da medico, e alla domanda che qualcuno mi fece sul perchè avessi scelto quel particolare gioco, la risposta spontanea fu: "perchè da grande voglio fare il dottore come papà!"
Sembra strano a raccontarlo ora, ma la decisione la presi in quel momento e tutto il mio percorso scolastico era finalizzato ad iscrivermi alla facoltà di medicina.
Papà mi assecondò, pur facendomi capire che per lui non era importante che facessi medicina ma che facessi qualcosa che mi piaceva.
Non posso dire che non fu faticoso, io sono una persona intelligente ma pigra, mi piace usare il cervello ma non sono uno studioso: comunque sia mi laureai in 6 anni, e riuscii nel 1993 ad entrare in specialità di radiologia (anche nella scelta della specializzazione papà fu fondamentale, facendomi capire che la pediatria non era la mia strada).
Raramente parlavamo di medicina, ma si mostrava comunque curioso del mio mestiere che negli anni era cambiato in maniera radicale rispetto a quando esercitava lui: ricordo che una volta volle farsi spiegare nel dettaglio ciò che vedevo sulle immagini di un esame di Tomografia Computerizzata di cui mi ero portato a casa copia digitale per fare prove sul mio computer.
Nella primavera dell'anno scorso dovetti portarlo al Pronto Soccorso per una vertigine che poi si rivelò essere un attacco di cupolitiasi (che erroneamente definiamo "labirintite"): usciti dall'ospedale con la diagnosi papà mi fece i complimenti per come avessi gestito il rapporto coi vari colleghi con lucidità e razionalità, senza ansie.
Capii che era veramente fiero di me e che quello era il suo modo per dirmelo.
Questo ricordo mi scalda, e contemporaneamente mi fa provare una tristezza infinita perchè mi sottolinea che lui non c'è più e che la sua partenza mi ha lasciato dentro un vuoto che non potrò colmare in alcun modo.
Arte figurativa contemporanea 07
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